L’Altra Sardegna marzo 2013
Editoriale di Enzo Costa, segretario generale Cgil Sardegna
Costa lascia la guida della Cgil:
«Scelta difficile, ora una nuova sfida»
Nell’assumere un nuovo incarico che mi imporrà di lasciare la guida della Cgil Sarda, desidero rivolgere, con animo grato, ai miei colleghi di Segreteria, a tutti coloro che hanno collaborato al mio fianco in questi appassionanti ultimi quattro anni, al Comitato Direttivo, ai Segretari regionali di Cisl e Uil, il mio più vivo ringraziamento per il prezioso lavoro che insieme siamo riusciti a realizzare, sempre nell’interesse dei più deboli e delle persone che affidano a noi la propria rappresentanza e la difesa dei loro diritti.
Nel cuore porto le persone che mi hanno incoraggiato, ma anche coloro con i quali, a vario titolo, ho condiviso un cammino, a volte faticoso, tortuoso, ma sempre pieno di umanità e aperto alla ricerca delle possibili soluzioni agli annosi problemi che affliggono il mondo del lavoro e la condizione sociale della società sarda. Ora però, è il momento di chiudere la mia lunga esperienza lavorativa e professionale con la Cgil e aprirne un’altra, all’Auser, che sa di avventura, ma ha in comune con la precedente l’impegno sociale, la affronto con il prezioso bagaglio di esperienza che solo una grande organizzazione come la Cgil ha saputo darmi. Da domani mi occuperò di volontariato, di chi nel silenzio e con poco rumore e tanta umiltà si occupa di chi ha bisogno, di chi in questa società che corre, brucia valori e persone, è più lento e non riesce a reggere la competizione. Richiesto, voluto o temuto, è comunque un cambiamento importante che determina un certo grado di tensione: nell’intimo si alternano timori e speranze, progetti e incertezze e, perché no, anche rimpianti per quello che si lascia. Non posso non provare commozione ripercorrendo le varie tappe della mia vita da sindacalista, che inizia da semplice iscritto nel 1974, e poi la Fiom, la “mia” categoria dei metalmeccanici, la Camera del Lavoro di Cagliari e, in ultimo, la Cgil regionale: quarant’anni di vita associativa che ha contribuito ad accrescere la mia maturità umana e professionale. In tutti questi anni mi sono adoperato, per quelle che sono le mie capacità, per lo sviluppo della società, promuovendo una cultura dei valori e della responsabilità, una cultura che parte dal lavoro come strumento di libertà e di emancipazione, ho cercato di farlo con gli strumenti propri di un sindacalista, mettendo insieme le persone, privilegiando l’unità sindacale anche quando appariva utopistica, dando voce ai bisogni, costruendo speranze e riferimenti dentro una progettualità che guarda al futuro, che parla alle persone, che cerca di renderle protagoniste.
Lascio soddisfatto per il lavoro svolto ma non sereno, sono troppi i problemi ancora aperti, complice certamente una crisi senza precedenti e una classe politica sicuramente non all’altezza della situazione, troppe le strade intraprese e non concluse, e allora quella intima commozione si fa in me più sensibile e profonda. Sono fermamente convinto che il sindacato debba trasmettere alle nuove generazioni i valori della tradizione, ma abbia anche l’obbligo istituzionale ed etico di offrirgli una organizzazione inclusiva e aperta a nuovi orizzonti, perseguendo l’obiettivo dello sviluppo dell’autonomia progettuale e della qualità, ma sopratutto del ricambio generazionale, solo questa ragione mi ha convinto che era giunto il momento di dedicarmi ad altro.
A tutti i miei compagni di strada, di oggi e di ieri, rinnovo la mia sincera gratitudine per la fiducia e la comprensione dimostratemi in questi anni di reciproca collaborazione. Ci sarà sempre un angolo del mio cuore riservato a voi. Comunque potete stare tranquilli perché non vado via, lavorerò sempre al vostro fianco, in un incarico nazionale che cercherò di svolgere seguendo gli insegnamenti che la Cgil mi ha dato, rafforzando quel raccordo che già esiste tra contrattazione sociale e mondo del volontariato in un unica visione di cambiamento della società che passa obbligatoriamente attraverso la capacità di saper coniugare il lavoro con la solidarietà.
Da parte mia spero di non aver deluso le attese di ognuno di voi, pur tuttavia vi prego di non dubitare del mio attaccamento alla Cgil, della quale serberò sempre un affettuoso ricordo. A tutti, con stima profonda e rinnovata gratitudine, il mio più cordiale saluto.