Anche la Sardegna a Roma per la manifestazione Democrazia al lavoro

Anche la Sardegna a Roma per la manifestazione Democrazia al lavoro

Partiranno in oltre mille dalla Sardegna, già da domani, per partecipare alla mobilitazione nazionale dal titolo Democrazia al Lavoro, organizzata dalla Cgil sabato 25 a Roma, con l’obiettivo di cambiare le scelte del Governo Meloni che, con la manovra finanziaria, ancora una volta, penalizza lavoratori e lavoratrici, giovani e pensionati e pensionate. Il viaggio inizierà domani pomeriggio, quando da Sud a Nord dell’isola le diverse delegazioni saliranno in treno e bus verso il porto di Olbia, dove, alle 22.30 si imbarcheranno sulla nave per Civitavecchia. Altri arriveranno nella capitale in aereo, per tutti l’appuntamento è alle 13.30 in piazza della Repubblica, da dove partirà il corteo fino a piazza San Giovanni in Laterano, dove in serata si concluderà la manifestazione con gli interventi di Luc Triangle, segretario generale dell’Ituc (Confederazione sindacale internazionale) e del segretario generale della Cgil nazionale Maurizio Landini.

Le ragioni della mobilitazione sono sostanziate da un quadro oggettivamente non positivo: il Pil che nel 2025 cresce solo di mezzo punto, la produzione industriale in calo da 3 anni e una domanda interna che ristagna, l’aumento del lavoro nero e precario, i centomila giovani che emigrano ogni anno mentre crescono diseguaglianze sociali e i divari territoriali. “Chiediamo una netta inversione di tendenza – ha detto il segretario generale della Cgil regionale Fausto Durante – ancor di più in una regione come la Sardegna dove tutti gli indicatori e le storture del sistema nazionale si riflettono in modo devastante”. Il riferimento va alle diverse crisi industriali che il governo nazionale non sta risolvendo affatto, alla condizione salariale e delle pensioni, che registra i valori fra i più bassi d’italia, allo smantellamento sostanziale dei servizi pubblici che acuiscono lo spopolamento delle aree interne: “Si tratta di problematiche mai risolte aggravate dalla condizione di insularità che, seppure inserita come principio in Costituzione, non trova adeguate risposte, come dimostra, oltretutto, l’attuale deficit di entrate trasferite dallo Stato”.

Ecco perché nell’Isola la mobilitazione è vissuta con grande partecipazione e, nonostante il limite dei trasporti che purtroppo incide sui numeri, un’ampia delegazione ha scelto di essere presente a Roma, per dire al governo di Giorgia Meloni che anche l’Isola chiede un cambiamento.

Rinnovo dei contratti, contrasto alla precarietà, politiche industriali e investimenti su sanità, istruzione, politiche sociali e per la casa sono alcuni dei temi cruciali sui quali sindacato chiede risposte. Fra le rivendicazionilo stop al rialzo delle spese militari, una vera strategia di sviluppo per il Mezzogiorno e per realizzare la transizione energetica, ambientale e tecnologica del sistema produttivo, una riforma fiscale equa, la rivalutazione delle pensioni e il superamento della legge Fornero.