Dimensionamento: “Peggio del previsto, Giunta subalterna a Roma”

Dimensionamento: “Peggio del previsto, Giunta subalterna a Roma”

“Non solo questa Giunta regionale non ha alzato la testa davanti alle imposizioni del governo nazionale ma l’ha persino abbassata stilando un piano di dimensionamento peggiore delle più nefaste previsioni”: così la Cgil regionale insieme alla Flc sull’ultimo grave attacco alla scuola pubblica compiuto sotto Natale dall’assessore Biancareddu e approvato in via preliminare dalla Giunta Solinas.

“Pretendono di andare avanti con un piano che non ha consenso ” – denunciano il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante insieme alla segretaria confederale Francesca Nurra e alla segretaria regionale della Flc Cgil Emanuela Valurta ricordando le proteste del sindacato, dei singoli Comuni e dell’Anci e sottolineando che “questa Giunta dovrebbe spiegare per quale ragione compia atti così contrari agli interessi della collettività dei sardi che evidenziano la condiscendenza verso imput provenienti da Roma”.

Nello specifico, il sindacato contesta le scelte dell’assessore Biancareddu: “Nel tentativo maldestro di difendersi ammette i tagli e dice che non si tratta di chiusure ma questo è un alibi per far passare accorpamenti decisi arbitrariamente fra scuole lontane che renderanno impraticabile la frequenza degli alunni in aree che già mostrano i segni di un diffuso disagio sociale ed economico”.

Secondo la Cgil, la Regione ha rinunciato totalmente a perseguire un tentativo per far valere la sue specificità e le stesse prerogative della sua Autonomia: “Il dimensionamento scolastico rappresentava un banco di prova importante per testare quanto questa maggioranza e il suo presidente siano conseguenti rispetto ai proclami sul ruolo e l’autonomia dell’Isola e rispetto a una narrazione che vede alcune forze politiche puntare proprio sulle questioni identitarie”.

Alla prova dei fatti, gli interessi della scuola sarda sono messi in ultimo piano mentre altre logiche sembrano prevalere: questa la conclusione della Cgil che, avverte sin da ora, “gennaio sarà un mese di protesta, il sindacato continuerà a chiedere di annullare quel piano nell’auspicio che non venga ratificato nei passaggi previsti in Commissione Cultura e poi di nuovo in Giunta”.