Farmacie private, sciopero il 6 novembre contro Federfarma: “Nuove mansioni, stessi salari, inaccettabile”
Sciopero nazionale e manifestazione giovedì 6 anche in Sardegna per i farmacisti collaboratori. L’appuntamento, dalle 11 alle 13.30, è sotto il Consiglio regionale in via Roma.
“Nel Paese dove gli stipendi sono crollati più che in tutta Europa a causa dell’inflazione – spiegano i segretari regionali Nella Milazzo (Filcams Cgil), Monica Porcedda (Fisascat Cisl) e Cristiano Ardau (Uiltucs Uil) – c’è ancora chi nega il rinnovo di contratti e salari e, nel frattempo, continua a incassare soldi pubblici dal governo nazionale”. Sono 50 i milioni destinati a Federfarma nella bozza di manovra del governo nazionale, ed è proprio contro questa federazione di datori di lavoro, pervicaci nel non sedersi nemmeno al tavolo delle trattative, che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno proclamato lo sciopero nazionale dei farmacisti collaboratori e di tutti i dipendenti a cui si applica il contratto collettivo delle farmacie private.
Il nodo è il tema salariale, quello che l’Ocse segnala come punto debole in un’Italia dove le buste paga, nel 2025, sono più basse del 7,5 per cento rispetto al 2021, dato più basso tra tutti i Paesi dell’Eurozona. Non è un caso quindi, che lavoratori e sindacati vadano avanti da mesi con la mobilitazione per riacciuffare il potere d’acquisto perduto, lo stesso che Federfarma si ostina a negare.
Intanto, fra pochi mesi, dal 1 gennaio 2026, le farmacie pubbliche e private saranno riconosciute come strutture sanitarie del Servizio sanitario nazionale. Gli effetti? Una mole di lavoro e responsabilità in più per i lavoratori e le lavoratrici che, secondo i datori di lavoro, dovrebbero svolgerlo senza significativi aumenti di stipendio, senza aggiornamenti normativi e riconoscimento delle professionalità.
Quindi, mentre i titolari di farmacie incrementano i loro redditi che già oggi, secondo i dati del Ministero dell’economia e delle finanze sono fra i più alti tra le categorie professionali con i redditi medi più elevati in Italia, i lavoratori e le lavoratrici dovrebbero accettare più carichi di lavoro senza adeguato salario.
“È inaccettabile – denunciano i segretari Milazzo, Porcedda (Fisascat) e Ardau (Uiltucs) – che ci si voglia arricchire sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici, e persino con risorse pubbliche che non vengono redistribuite tra chi, con abnegazione e responsabilità, offre un servizio indispensabile, oggi più che mai se si pensa alle disastrose condizioni dei servizi sanitari e alla solitudine di tante persone per le quali spesso la farmacia è l’unico punto di riferimento”. Per queste ragioni le organizzazioni sindacali invitano i cittadini e le cittadine a sostenere la protesta evitando di fare acquisti non essenziali nel giorno dello sciopero.
